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AMATRICE- 21.8.2016 -Meno 59 ore alla catastrofe

Si ricorda che la gara di Silvi del 10 settembre e di Villamagna del 25 settembre sono state ANNULLATE

di Franca Costantini (Runners Chieti)

l titolo del mio racconto può apparire pessimistico, ma ne va tratto solo un input per ricominciare sempre, dopo ogni accadimento nefasto. Chiedo scusa se è troppo lungo. Esattamente 1 mese fa si svolgeva ad Amatrice la 39° edizione dell'Amatrice-Configno, ma circa 59 ore dopo, la sciagura del terremoto tentava di cancellarne il ricordo, perchè riduceva in macerie proprio il corso, il primo tratto di svolgimento della gara . Solo la Torre dell'Orologio restava in piedi, ferma alle 3.36.32, come testimone della tragica fine. Io ero lì con mio marito, altre volte restio ad accompagnarmi. Quel giorno lo faceva volentieri, sia per godere del magnifico panorama che porta fin lassù tra i monti dentro ai quali giace maestoso il Lago di Campotosto, e sia per assistere non solo alla performance di noi soliti podisti domenicali, ma a quella di almeno una ventina di atleti di grosso livello internazionale. Diversamente dalle altre edizioni, quel giorno sentivo l'esigenza di qualche foto al centro storico, più che della gara..

amatrice 39 edizione

Così alle 14, 40 circa, espletato il ritiro pettorale, sotto un sole infuocato, mi portavo al centro del corso principale per farmi immortalare sotto lo striscione. C'era molta calma, solo musica dagli altoparlanti e i ristorantini all'aperto pieni di turisti che ancora degustavano l'amatriciana. Le numerose moto di grossa cilindrata parcheggiate in piazza facevano intuire la presenza, in quel piccolo centro, di gente arrivata da Roma e dintorni per degustare il locale piatto d'eccellenza. I podisti erano altrove, al Palazzetto dello Sport, successivamente avrebbero attraversato il centro storico per almeno 2 km. Bellissima la gara, partita come sempre alle 16 da Amatrice, poi proseguita lassù in mezzo al verde per Km 8,500, tutti in salita. Arrivo, premiazioni... ma non mi dilungo oltre perché anche la mia emozione di quel giorno durò poco, solo 59 ore circa. Era la notte del 24 agosto, ore 3.36.32 quando a casa fummo svegliati da un tremore simile a quello che si sente al passaggio di un treno ad alta velocità da sotto un cavalcavia ferroviario.

torre 2

Cadde a terra una targa di vetro e si frantumò in mille pezzi, caddero dei libri, qualcos'altro, ma in pochi secondi eravamo sotto l'arco della porta d'ingresso, paralizzati e con noi anche il secondo figlio, neofita all'esperienza terremoto perché vive e lavora al nord. Il cortile antistante casa mia si riempì di vicini spaventati e, con loro, anche noi in pigiama. Risalii velocemente a casa e con il batticuore buttai al volo nel borsone le scarpette e qualche indumento per correre, qualcosa di caldo per coprirmi e la borsa con i miei effetti personali, e li misi in salvo nel bagagliaio della macchina. Questo breve racconto di quella notte non vuole essere solo di stampo personale, ma interpretare i ricordi e le emozioni di molti di noi del centro Italia limitrofi alle zone terremotate. Il mio racconto non è quello di un terremotato ma quello di chi ha solo sentito le scosse. Il terremoto è distruzione di case, cose, persone, senso dell'esistenza e io, e molti come me, posso ritenermi fortunata. Ma la paura è simile a quella di chi ha subito danni e fa scaturire strani comportamenti: come quello di lasciare tuttora il solito borsone da corsa e la borsetta dietro la porta, pronti in caso di fuga. E tra le paure c'è quella che definirei la “Sindrome del runner” che ci prende quando siamo assaliti dal dubbio di non poter correre. Ora, a fine racconto, chiedo scusa e perdono per queste frivole considerazioni, a chi ha perso davvero tutto, alle vittime, ma ci deve essere sempre un appiglio per motivarci alla vita ,e la corsa, forse, è uno di questi. Gli organizzatori dell'Amatrice-Configno quest'anno avevano annunciato una grande manifestazione 2017 per il compimento della 40° edizione. Il terremoto ha tentato di annientare anche i sogni di chi, pazientemente , ci ha lavorato fino ad oggi. I sogni e le speranze, tuttavia ( escluso le vittime), si possono resuscitare dalla nostra memoria, e per farlo occorre la buona volontà e la solidarietà di tutti. Speriamo che ciò avvenga anche se sarà difficile cancellare il dolore che urla dalle macerie. Ma se la 40° edizione ci sarà, anche noi ci saremo, e i nostri borsoni sono sempre pronti, con dentro il nostro cuore e la nostra anima.

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